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15 novembre 2022

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Viral chatter. Riflessioni a margine di Aldo Grasselli: la prevenzione è comprensione della complessità e rimozione sistematica di cause e concause

Categoria: Dalla Segreteria Nazionale, Sanità animale

Viral chatter. Riflessioni a margine di Aldo Grasselli: la prevenzione è comprensione della complessità e rimozione sistematica di cause e concause

Viviamo in un mondo di virus, che vivono in creature cellulari di ogni tipo: animali, piante, funghi, protozoi, batteri e altri microbi. Centinaia di migliaia di questi virus dei mammiferi e degli uccelli possono avere il potenziale per contagiare un uomo. Quest’uomo potrebbe essere in grado di trasmettere il virus a un’altra persona, e poi a un’altra e un’altra ancora. Se non sentiamo il “chiacchiericcio” è soltanto perché non stiamo ascoltando attentamente.

David Quammen su The New York Times 31 ottobre 2022

Rischiamo l’annichilimento di milioni di persone, con questo stesso virus o il prossimo”: lo scrissero gli studiosi, dopo l’epidemia di Sars.
L’irruzione dell’unfamiliar, del non-conosciuto, e dello spaesamento prolungato in cui viviamo dipende soprattutto da un limite mnemonico e da una rimozione falsamente protettiva.

Il limite riguarda lo scarto tra memoria storica e memoria biologica, ben sottolineato già dal Manzoni nei capitoli sulla peste dei Promessi sposi, quando — descrivendo l’espandersi del morbo a macchia di leopardo “in questo o quel paese” lombardo — lo riconduce a “mali violenti, strani, con segni sconosciuti alla più parte de’ viventi”: solo ai più anziani, che ricordano la peste di San Carlo “di cinquantatrè anni avanti” — cioè a pochissimi individui, specie in una comunità dall’aspettativa di vita piuttosto bassa — quei segni non risultano nuovi.

Lo stesso vale per noi oggi: l’ultimo, vero shock epidemico è la Spagnola di cent’anni fa; e nessuno ormai può averne memoria diretta, se non per testimonianze documentarie o racconti di seconda mano.
La Pandemia da SARS CoV-2 ha riacceso i sensori e la memoria oggi è viva. Ma la rimozione è un istinto che ci affligge e riguarda il nostro sguardo inevitabilmente eurocentrico (o meglio occidentale), che trova rassicurazione – per chi non ha avuto danni o lutti – nell’indubbio successo portato dai vaccini. Ma relega in un fuoricampo, quello africano o asiatico, le nuove avvisaglie o addirittura le devastazioni epidemiche che non sembrano riguardarci, magari perché riguardano “solo” gli animali.

Non sembra passarci per la mente nemmeno per un attimo che il nostro mondo è molto piccolo per i virus, che le malattie animali sono sempre più spesso le nostre malattie.

Non riusciamo a capire bene che danneggiando l’ambiente la nostra specie rischia l’estinzione, eppure siamo più intelligenti dei dinosauri, i quali, per altro, si sono estinti senza aver sulla loro fine alcuna responsabilità o margini di intervento.

La cura di una pandemia non può essere una cura che non modifica le condizioni della casa in cui si è generata e sviluppata. Il tessuto intricato delle concause deve diventare un intreccio chiaro e comprensibile. La capacità di risposta alle crisi o la prevenzione delle stesse dipende dalla conoscenza, i pericoli esistono (i virus) mentre il rischio è una variabile, e il rischio è inversamente proporzionale alla conoscenza.

La complessità è l’aggregazione stratificata di dimensioni non separabili.

Nel nostro mondo scientifico lo specialista è diventato il mainstream, ma può rappresentare un ostacolo della conoscenza complessiva e adatta a generare soluzioni sulle complessità.

Gli esperti troppo spesso non tendono a concepire soluzioni per la complessità ma solo per il loro ambito di competenza.
L’esempio dei virologi può aiutare a comprendere che se a cercare il rimedio è la professionalità che sta più vicina al fenomeno patologico espresso probabilmente le cause che stanno in una dimensione diversa non verranno rimosse.
Si produrranno – per fortuna – vaccini o altri rimedi ma a costi elevatissimi.

La prevenzione è un’altra cosa. La prevenzione è comprensione della complessità e rimozione sistematica delle cause e concause. Una specializzazione molto meno epica di quelle che vengono esaltate nel crogiolo delle emergenze, ma molto più nobile ed efficace per mantenere sani i sani.
Aldo Grasselli