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16 marzo 2022

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SQNBA: IL SIVeMP NON CONDIVIDE IL TESTO DEL DECRETO INTERMINISTERIALE PRESENTATO DA MISA E MIPAAF ALLE ORGANIZZAZIONI DI CATEGORIA

Categoria: Dalla Segreteria Nazionale, Sanità animale

SQNBA: IL SIVeMP NON CONDIVIDE IL TESTO DEL DECRETO INTERMINISTERIALE PRESENTATO DA MISA E MIPAAF ALLE ORGANIZZAZIONI DI CATEGORIA

Il “Sistema di qualità nazionale per il benessere animale” – SQNBA previsto dall’art. 224 bis D.L. 34/2020 deve trovare attuazione in uno o più decreti interministeriali (Ministero della Salute-Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali) secondo la delega dettata dal citato dispositivo.

A tal fine venne presentata alle organizzazioni di categoria una prima bozza di decreto attuativo (28/7/2021) relativamente alla quale il SIVeMP, evidenziando “poca luce e qualche ombra pesante”, espresse un parere sostanzialmente negativo, considerate le numerose criticità rilevate; vennero quindi chieste le necessarie modifiche.

Dopo otto mesi i Ministeri, in una riunione di consultazione svoltasi ieri 15 marzo 2022, hanno presentato un testo che avrebbe dovuto considerare le molte e rilevanti criticità prospettate e fare sintesi di quanto proposto non solo dal SIVeMP ma anche da parte di numerosissime fra le organizzazioni interessate. Nulla di fatto, purtroppo; nemmeno il completo rispetto della delega. Alcune indicazioni sono invero state recepite, perlomeno quelle poste a correzione di previsioni che risultavano perfino incompatibili con l’ordinamento nazionale e dell’Unione Europea. Ma diversi paragrafi, relativamente ai quali nessuna integrazione o correzione abbiamo potuto osservare nemmeno ora, ci avevano portato allora ad esprimere, e oggi ci rendono inevitabile confermare, la nostra contrarietà rispetto a un sistema di certificazione che non riteniamo possa garantire la necessaria trasparenza ed equità, nonché la corretta lettura dei certificati, ovvero dei “bollini di qualità”, ponendo innanzitutto a repentaglio la credibilità stessa, da parte sia dei produttori sia dei consumatori, del primario sistema di controllo ufficiale e della correlata certificazione dell’Autorità statale.

Difatti il Sistema, secondo il previsto decreto attuativo, come ancora ieri prospettato, risulta basato sulla presenza di specifici parametri di allevamento, registrazione, tracciabilità, derivanti da un sistema di controllo ulteriore ma soprattutto diverso e altro da quello ufficiale, esperito pure da svariate figure professionali, nemmeno laureate, oltre che da medici veterinari, strutturati su livelli diversi di responsabilità e competenze (incaricati, aziendali, valutatori), ma sostanzialmente tanto estranei all’Autorità Competente, come del resto un sistema ad adesione volontaria deve prevedere, quanto invece appaiono, leggendo il decreto, caratterizzati da un’assai debole terzietà complessiva.

Nessun plusvalore, quindi, rispetto ai percorsi di certificazione ufficiale, trattandosi di un percorso certificativo di processo e assai poco garante della qualità del prodotto; mancando, ove volesse essere invece perseguito quest’ultimo fine, qualsiasi efficace coordinamento con le attività di controllo ufficiale esperite dall’Autorità Competente; e viceversa, ove confermata la volontà di un sistema altro, vocato a mera certificazione di processo, il percorso appare privo della necessaria chiarezza e distinzione tra i percorsi di certificazione ufficiale dei prodotti e quelli di certificazione volontaria dei processi, in termini sia di attori, sia di certificatori, sia di requisiti presupposti e conseguenti output nei diversi sistemi. Sicché si rischia pure, anziché di raggiungere l’obiettivo di valorizzare produzioni di qualità, al contrario di generare una pericolosa destrutturazione dei sistemi di garanzia in materia di sicurezza alimentare e di qualità degli alimenti. Senza contare i profili di impatto economico per la PA e per le imprese del settore, chiaramente presenti e invece negati nel testo stesso.

Abbiamo perciò nuovamente posto in evidenza ai Ministeri quanto precede, con l’auspicio che voglia essere attentamente e ulteriormente riesaminato il progetto di un Sistema che potrebbe e dovrebbe cogliere le opportunità offerte dai regimi di certificazione volontaria senza tuttavia danneggiare, ovviamente, i sistemi di certificazione ufficiali, i quali devono perciò continuare a risultare distinguibili e credibili, specie in un settore delicato come quello della qualità degli alimenti di origine animale, di cui il benessere degli animali stessi è certamente un fondamentale prerequisito “di salute”, la cui valutazione spetta perciò e innanzitutto al medico veterinario ufficiale.

In definitiva, cui prodest? Un sistema, così come proposto, che non pare certamente convenire alle aziende a conduzione familiare, alle attività artigianali, al modello italiano di zootecnia di qualità, tradizione e conservazione delle razze e varietà locali e delle comunità rurali; e che non pare nemmeno capace di valorizzare la professionalità dei medici veterinari, tanto meno dei colleghi liberi professionisti, laddove specifiche competenze possano divenire, incredibilmente e contro ogni aspettativa degli organi di rappresentanza della nostra categoria, appannaggio di svariate altre professionalità, cui non si vuole con ciò negare le rispettive competenze, a condizione che non si pratichi, sotto l’egida dell’interdisciplinarietà, una sospetta confusione.

16 marzo 2022