Rassegna Stampa
21 febbraio 2024
L’impiego intelligente dei sottoprodotti agricoli aiuta a risparmiare acqua e terreno
Fonte: Accademia dei Georgofili
Fa piacere quando accade che una pubblicazione di informazioni e novità in campo zootecnico, diffusa a livello internazionale, quale è All about Feed, segnali un lavoro prodotto da nostri colleghi italiani. È successo numero del 5 febbraio con “Preserving global land and water resources through the replacement of livestock feed crops with agricultural by-products”, (Nature Food, 2023, 4: 1047-1057).
Gli alimenti di origine animale rappresentano un’importante fonte di proteine nobili nella nostra dieta, ma le attività zootecniche sono messe in discussione perché accusate di inquinare, di usare ampie frazioni di terreno agricolo e grandi risorse di acqua.
Lo studio dimostra come la sostituzione con sottoprodotti agricoli dell’11-16% delle colture intensive, come quelle dei cereali attualmente usate per produrre alimenti per gli animali, può portare a far risparmiare fino a 27.8 Mha di terreno e fino a 19.6 km3 di acqua delle falde (blue water) e 137.8 km3 di acqua piovana utilizzata dalle piante (green water). Secondo i citati ricercatori milanesi, il risparmio di risorse naturali, come l’acqua ed il suolo, è una strategia appropriata per la loro sostenibilità. Ciò comporta che le produzioni animali possano competere, in quanto a sostenibilità, con quelle vegetali.
I sottoprodotti agricoli presi in considerazione nello studio hanno riguardato le crusche di cereali, la polpa di barbabietola, le melasse, i distillers e il pastazzo di agrumi.
La prima osservazione ha riguardato la disponibilità alimentare per l’uomo, che migliorerebbe in molti paesi dove l’impiego dei sottoprodotti agricoli porterebbe ad una più larga scelta di alimenti, insieme al maggior apporto di calorie, con diete più ricche, più sane e sostenibili. Anche per quanto riguarda l’alimentazione animale, l’uso di ingredienti alternativi a quelli classici porterebbe al miglioramento della sostenibilità con la riduzione dell’impatto ambientale, non solo a livello locale.
La seconda osservazione è stata quella che, limitando la necessità di importare mangimi e materie prime dall’estero, si ottiene la positiva conseguenza di benefici economici e sociali: la produzione di certi alimenti per gli animali comporta il colpevole ricorso alla deforestazione selvaggia e l’utilizzo di grandi volumi di acqua, con il conseguente effetto sulla concentrazione dei gas serra e sulla biodiversità.