Rassegna Stampa

07 maggio 2024

La Food Valley di Parma vale 8,2 miliardi e il 33% arriva dall’export

Fonte: ilsole24ore.com

Più di mille aziende per 25mila addetti in filiere diverse: dal Parmigiano al prosciutto, dal latte alla pasta, dal pomodoro fino alle alici

È da sempre uno dei distretti chiave dell’agroalimentare made in Italy non solo in termini di fatturato sviluppato ma soprattutto per la capacità di tracciare alcune importanti linee direttrici diventate poi col tempo le chiavi di successo per l’intero agroalimentare italiano: la qualità e l’internazionalizzazione. È la “Food Valley” di Parma, un distretto in grado di mettere in campo numeri di tutto rilievo: 8,2 miliardi di fatturato di cui 2,7 legati all’export, pari a un’incidenza sul totale del 33%.

Distretto che storicamente ha avuto i suoi pilastri nelle produzioni di Parmigiano reggiano e Prosciutto di Parma (due delle prime 5 Dop italiane per fatturato) ma che poi si è sviluppato soprattutto grazie a brand come Barilla e Parmalat. Oggi la Parma Food Valley rappresenta 6 diverse filiere che vanno dal prosciutto Dop al Parmigiano, dal latte (Parmalat) alla pasta (Barilla) dal pomodoro (con Mutti e Rodolfi Mansueto) fino – pur senza affacciarsi sul mare – alle alici (con brand come Delicius, Rizzoli Emanuelli e Zarotti). Filiere che hanno consentito a Parma nel 2023 di arrivare al secondo posto sulle 110 province italiane per fatturato legato all’export alimentare con un’incidenza sull’export di food e wine italiano del 5,1% in crescita dal 4,8% del 2022. Al primo posto della classifica Ismea Qualività c’è Treviso che conta su 700 milioni di bottiglie di Prosecco.