Rassegna Stampa

29 luglio 2019

Il momento d’oro degli animali da compagnia

Fonte: internazionale.it

Martin Salomón ha portato il suo cane Manolo nell’“area cani” di un parco pubblico a Condesa, un ricco quartiere di Città del Messico. Mentre guardava gli animali felici di correre liberi rifletteva su come siano cambiate le vite dei cani. Salomón, nato nello stato settentrionale di Sonora, ricorda che sua nonna aveva due cani, uno nero di nome Negro e uno bianco di nome Guero, che significa pallido. Raramente potevano entrare in casa. E oggi? Di recente ha partecipato alla festa di compleanno del cane di un amico, con tanto di torta, candeline e un cappellino da festa per il cagnetto.

In Corea del Sud alcune persone che hanno dei gatti in casa non si definiscono “proprietari” e nemmeno “genitori”, un termine che ha fatto la sua comparsa negli Stati Uniti negli anni novanta e da allora si è diffuso ovunque. Si definiscono piuttosto “maggiordomi”. Alcuni portano i loro padroni felini in un albergo per gatti nel quartiere Gangnam di Seoul. Somiglia a un salone di bellezza, con cuscini ben imbottiti e colori pastello. Le stanze e le suite, che costano dai 35 ai 50 dollari al giorno, sono attrezzate con scalini e gallerie dove i gatti possono giocare, oltre che con videocamere e microfoni. “Così i gatti possono sentire i loro maggiordomi”, spiega il proprietario Cho Hanna.

Tenere animali da compagnia non è certo una novità, così come non lo è coccolarli. Gli archeologi hanno scoperto tombe risalenti a più di diecimila anni fa con scheletri di esseri umani e cani. Alcuni animali soffrivano di malattie e si presume che i loro padroni se ne prendessero cura. I ritratti del diciottesimo secolo sono pieni di animali ben pettinati. Tuttavia, mai prima d’ora così tante persone hanno avuto animali da compagnia o li hanno riempiti di così tante smancerie. Nel bene o nel male, sta emergendo una cultura pressoché globale.