Rassegna Stampa

29 luglio 2019

Cibi, veterinari, accessori: la pet economy fa boom E arriva lo smartphone per connettere cani e gatti

Fonte: quotidiano.net

IN UN ROMANZO di Colette, una gatta catalizza e confonde a tal punto le emozioni di un uomo e una donna da incrinare il loro rapporto di coppia. La fantasia dell’anticonformista scrittrice francese non si era spinta così lontano dalla realtà se, oggi, gli animali domestici sono gli ‘umanizzati’ protagonisti di una fiorente economia che gira intorno a loro. La cosiddetta pet economy cresce a ritmi del 14% annuo e, secondo le stime, nel 2025 raggiungerà un valore di 178 miliardi di euro. Cibi, abbigliamento, giocattoli, cucce, lettiere, ‘badanti’, alberghi, veterinari, assicurazioni: cani e gatti vivono davvero quasi come esseri umani, disponendo addirittura di cellulari.

La startup italiana Kippy, che ha esordito sul mercato nel 2014 con un localizzatore di quattrozampe, ha appena lanciato Evo, un vero e proprio pet smartphone. Questo device ipertecnologico controlla gli spostamenti degli animali, li monitora, invia messaggi con suggerimenti sulle attività più adatte momento per momento, e molto altro. Così, i proprietari sono sempre connessi con i loro amici senza parola. E sono tanti. Per le presenze di pet, l’Italia è seconda in Europa, con 7,3 milioni di gatti e 7 milioni di cani nel 38,8% delle abitazioni. Sono dieci volte tanto nell’intero Vecchio Continente e, secondo i dati Assalco-Zoomark 2019, circa 7 milioni l’anno vengono smarriti ogni anno, con il 18% che non viene più ritrovato. Da qui, il crescente interesse per il settore dei dispositivi tecnologici ‘animali’ che, complici anche i Millennials tutti hi-tech, toccherà un giro d’affari di 3,2 miliardi di euro entro cinque anni.