Rassegna Stampa

07 novembre 2019

Carne coltivata in laboratorio, migliorano consistenza, gusto e colore. I progressi dei ricercatori di Harvard e della Tufts University

Fonte: ilfattoquotidiano.it

Mentre la finta carne vegetale conquista il mercato, quella coltivata compie significativi passi in avanti verso l’ottimizzazione. Lo testimoniano due studi usciti quasi in contemporanea da due tra le più prestigiose università statunitensi: la Harvard e la Tufts, entrambe di Boston. Comune lo scopo delle due ricerche: trovare il modo di migliorare la consistenza e la palatabilità delle fibre muscolari cresciute in vitro, che non sono ancora adeguate quanto a gusto, e risultano asciutte e non ancora identiche alla carne ricavata dagli animali da allevamento, stando a ciò che hanno raccontato negli anni coloro che sono stati invitati ad assaggiarla (il primo showcase è del 2013).

Nel primo caso, i bioingegneri della Paulson School of Engineering hanno deciso di puntare sulla struttura tridimensionale che di solito la carne coltivata non ha, perché cresce in sottilissimi strati monocellulari. A tale scopo – si legge sulla rivista Science of Food, del gruppo Nature, che ha pubblicato i risultati e le spettacolari foto al microscopio elettronico – hanno utilizzato fibre di gelatina biocompatibile (collagene), prodotte con una tecnica sviluppata per far assumere a nanofibre di diversi materiali la forma desiderata, grazie alla forza centrifuga. Hanno così ottenuto una struttura tridimensionale sulla quale far crescere le cellule muscolari di manzo e di coniglio, e sono poi riusciti a realizzare una polpa molto più simile a quella della carne animale rispetto a quelle coltivate fino a oggi.