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21 gennaio 2020

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Intimidazioni ai danni dei veterinari pubblici, intervista ad Angela Vacca

Categoria: Dalla Segreteria Nazionale, Intimidazioni

Angela VaccaL’osservatorio permanente sulla sicurezza degli operatori sanitari e per la prevenzione degli episodi di violenza ai danni di tali operatori, riunitosi la scorsa settimana presso il Ministero della salute, è stato presieduto dal ministro Roberto Speranza e ha coinvolto le federazioni degli ordini professionali della Sanità, e i rappresentanti delle diverse componenti dell’Osservatorio quali regioni, Nas, Agenas etc.. Per la Fnovi, era presente la consigliera dottoressa Daniela Mulas, che ha rappresentato le richieste della categoria, portando all’attenzione del tavolo anche le osservazioni e le proposte del SIVeMP, che da anni sollecita i Ministeri e le autorità competenti a trovare soluzioni al drammatico problema delle intimidazioni e aggressioni ai veterinari pubblici.

Sul tema proponiamo un’intervista a Angela Vacca, Referente Nazionale Osservatorio Intimidazioni SIVeMP

E’ noto che il SIVeMP ha il merito di aver messo in evidenza la problematica, infatti circa 10 anni fa il sindacato ha chiesto e ottenuto l’istituzione presso il Ministero della Salute di un “Osservatorio nazionale sulla sicurezza degli operatori e sull’attività di medicina veterinaria pubblica”, con il compito di monitorare i fatti di violenza ai danni dei Veterinari Pubblici e trovare adeguate soluzioni per prevenire e combattere il fenomeno. Come mai oggi non siete presenti in quel tavolo?

L’osservatorio che si è riunito in questi giorni è quello istituito nel marzo 2018dal Ministro Lorenzin, che ha ritenuto di non dover coinvolgere i Sindacati. È opportuno sottolineare che proprio i sindacati, in virtù del proprio ruolo di tutela dei colleghi, sono i depositari non solo della casistica, ma sono profondi conoscitori del fenomeno e, in virtù della loro esperienza possono proporre soluzioni percorribili ed efficaci. Oggi che non possiamo portare le nostre istanze di persona, collaboriamo con la nostra Federazione per portare a casa i risultati sperati. Nell’ultima audizione al Senato abbiamo proposto che tra i componenti dell’Osservatorio previsto nell’articolo 1 del DDL 867, venisse inclusa una rappresentanza sindacale rappresentativa delle professionalità del SSN, convinti come siamo che l’esperienza maturata in questi anni possa essere un valido ausilio ai lavori dell’Osservatorio. La conoscenza del fenomeno, frutto dell’attività decennale svolta a tutela della categoria, è un valido motivo per riconoscere ai sindacati un ruolo di interlocutore imprescindibile in sede di analisi del fenomeno e di discussione delle possibili misure di contrasto.

Il DDL ora in discussione alla Camera prevede modifiche all’articolo 583-quater del Codice Penale. La vostra organizzazione sindacale ha messo in evidenza come alcuni commi del Ddl avrebbero portato alla non inclusione dei veterinari e del personale che opera al di fuori delle strutture sanitarie dai benefici della legge che invece nelle intenzioni del legislatore doveva essere rivolta a tutto il personale del SSN. Ci può spiegare meglio?

Il segretario nazionale dott. Aldo Grasselli recentemente ha portato all’attenzione del Ministro Roberto Speranza, la richiesta di modifica del DDL 867” Disposizioni in materia di sicurezza per gli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie nell’esercizio delle loro funzioni” licenziato dal Senato, con una formula che se fosse confermata alla Camera, porterebbe la categoria ad essere esclusa dai benefici della norma. Infatti l’aggravante prevista all’articolo 2 (modifiche all’articolo 583-quater del Codice penale), prevede che le pene previste, vengano applicate nel caso di lesioni personali gravi o gravissime cagionate al personale presso strutture sanitarie e socio-sanitarie pubbliche o private. Tale disposizione porterebbe ad escludere una larga fascia di professionisti che svolgono i loro compiti di assistenza, di prevenzione di vigilanza e controllo presso le aziende produttive e i domicili dei privati. Per rimuovere tale discriminante è sufficiente un tratto di penna che elimini ogni riferimento al luogo delle aggressioni.

I veterinari subiscono aggressioni fisiche e verbali molto gravi ma anche danneggiamenti a beni personali e di servizio e forme di intimidazione alquanto subdole. Tali forme riportano alla memoria gli atti intimidatori subiti dai sindaci e più in generale dagli amministratori locali; cosa vi differenzia dagli altri professionisti della sanità, che almeno da quanto riportano le cronache subiscono aggressioni prevalentemente sul posto di lavoro?

Il nostro lavoro di prevenzione, si svolge con modalità diverse rispetto a quello di assistenza e cura della persona svolto dai medici e dal personale infermieristico. La nostra attività finalizzata alla promozione delle migliori pratiche in campo zootecnico e dell’industria alimentare si esplica attraverso controlli tesi ad evitare che certi comportamenti possano causare danni alla popolazione e agli animali. Nelle ASL i Servizi Veterinari sono inseriti nel Dipartimento di Prevenzione, e la nostra attività si svolge prevalentemente presso strutture private, allevamenti, mattatoi, mercati, industrie alimentari in genere. In questi contesti verifichiamola corretta applicazione delle procedure igieniche necessarie a garantire la sicurezza alimentare dei prodotti destinati al consumatore e che gli allevamenti rispettino le condizioni di salute, di biosicurezza e di benessere degli animali.
Le decisioni assunte a seguito dei controlli possono incidere sugli interessi economici delle aziende e scatenare reazioni violente nell’immediato o dar luogo a forme più subdole, ragionate e premeditate di intimidazione o vendette, che purtroppo negli anni abbiamo registrato nella nostra casistica.

Ritiene che questo Ddl possa veramente migliorare la sicurezza dei lavoratori della sanità?

Durante il percorso parlamentare del Senato, il disegno di legge 867, ha accolto alcuni emendamenti, che nel complesso ne hanno migliorato l’impianto originale. La previsione di un inasprimento delle pene per gli aggressori potrà esser un utile deterrente per chi oggi ritiene di poter infierire sui sanitari certo di rimanere impunito. Si evidenzia tuttavia la mancanza di un richiamo alla responsabilità delle direzioni aziendali, che dovrebbero garantire la sicurezza sul posto di lavoro, dare piena tutela legale al personale aggredito e il sostegno morale e psicologico tanto importante quanto assente nelle nostre realtà aziendali. Manca qualsiasi richiamo alla necessità di assicurare condizioni di benessere organizzativo, che può essere garantito solo con l’adeguamento degli organici oggi troppo carenti. Per i veterinari la carenza di personale impedisce l’organizzazione delle equipe di lavoro, fondamentali per spersonalizzare le attività di controllo e garantire quella serenità che sicuramente manca nelle zone di scarsa legalità. Auspichiamo che il testo possa essere migliorato in tal senso.

 

Domani il SIVeMP interverrà in audizione davanti le Commissioni riunite Giustizia e Affari sociali della Camera dei deputati, nell’ambito dell’esame delle proposte di legge C. 704 Novelli, C. 909 Rostan, C. 1042 Minardo, C. 1067 Piastra, C. 1070 Bruno Bossio, C. 1226 Carnevali, C. 1246 Bellucci, C. 1590 Lacarra, C. 2004 Paolo Russo e C. 2117 Governo, approvato dal Senato, recanti “Disposizioni in materia di sicurezza per gli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie nell’esercizio delle loro funzioni”.

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