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02 novembre 2016

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I veterinari per la difesa del territori agricoli terremotati

Categoria: Dalla Segreteria Nazionale

Durante il Congresso sono state raccolte informazioni e testimonianze dei Veterinari Umbri, Marchigiani, Abruzzesi e Laziali sullo stato delle attività zootecniche e sul benessere degli animali allevati nelle zone terremotate.
 
Preso atto del ripetersi di scosse che continuano a colpire il centro Italia, Grasselli lancia un appello perché si prenda coscienza di quanto sia importante assicurare anche una protezione degli animali che sono rimasti isolati, che non possono essere nutriti o che non possono esser accuditi e munti.
 
Nelle comunità rurali la permanenza sul territorio dipende certamente dalla realizzazione di abitazioni solide e antisismiche, ma ha anche uno stretto rapporto con le coltivazioni dei campi, con le stalle e con l'allevamento familiare che deve avere sbocchi commerciali agibili.
 
Se non si potrà dare un aiuto concreto a contadini e allevatori mediante il ripristino dei collegamenti stradali e le condizioni essenziali per un presidio del territorio rischiamo di vedere desertificate le campagne e chiudere irrimediabilmente le stalle.
 
I veterinari delle zone colpite sono seriamente preoccupati del destino di molti animali allevati, che non potendo essere accuditi dovranno andare al macello, e del futuro di tutta la fragile economia agricola di paesi isolati che oggi devono essere abbandonate per dare un tetto agli sfollati.
 
Ci auguriamo che contadini e allevatori possano rimanere o tornare il più resto possibile nei loro territori per tenere viva la loro sapienza, le tradizioni, la biodiversità, la devozione all'ambiente e il paesaggio di zone bellissime.
 
Abbiamo centrato il Congresso sul tema "Quale futuro per la sanità pubblica veterinaria?" e abbiamo focalizzato l'impegno dei veterinari pubblici sulla riduzione degli sprechi alimentari e su nuove iniziative di supporto alle nostre filiere agro zootecnico alimentari, specialmente quelle più marginali.
 
Davanti a questo scenario, che per il centro Italia prelude ad un futuro difficile e allarman-te, siamo ancora più determinati a dare il nostro contributo perché non venga chiusa una stalla, perché non si chiudano attività alimentari artigianali, perché quei territori riprendano a vivere come prima.
 
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