Rassegna Stampa

01 luglio 2022

Il gatto che ha trasmesso il Covid, Capua: «Il problema è l’effetto domino che potrebbe crearsi nel regno animale»

Fonte: corriere.it

«Siamo all’inizio di un macrociclo di circolazione virale: come una cascata che va a raccogliersi in molte pozze. Bisogna vigilare sul vaiolo delle scimmie»

Per la prima volta degli scienziati thailandesi che hanno pubblicato su «Emerging Infectious Diseases» e sono stati rilanciati da «Nature» hanno certificato con solide evidenze il passaggio del virus Sars-Cov2 da un gatto a una veterinaria. Si stima che nel mondo ci siano 220 milioni di gatti domestici, ma proprio questa diffusione sembra dirci che dovremmo essere di fronte a un evento molto raro. Professoressa Ilaria Capua, ci dobbiamo preoccupare?
«Non vi preoccupate: è altamente improbabile che vi prenderete il Covid-19 dal gatto di casa. Non solo perché è un’evenienza molto rara, ma perché è stato un caso di reverse spillover: il gatto ha preso il virus dall’homo sapiens e lo ha ritrasmesso con uno starnuto. Che i gatti potessero infettarsi lo sapevamo perché anche i grossi felini, sia tigri che leoni, hanno preso il virus. Chiaro che se un felino si infetta e vi è intensa replicazione virale in corso ti puoi prendere l’infezione, soprattutto se dorme sul tuo cuscino».

In sostanza non si tratta di un virus modificato ma dello stesso virus che circola tra di noi e che ha usato il gatto come passeggero. E in ogni caso è un’eccezione.
«Quello che bisogna comprendere è che questo virus non infetta solo l’homo sapiens ma circa 50 specie di animali, anche se nella stragrande maggioranza di questi casi il virus è autolimitante, si estingue senza grosse conseguenze per l’animale e senza allargare il contagio. In poche parole, tranne alcune eccezioni, l’animale non è un amplificatore».