Rassegna Stampa
26 giugno 2019
Nestlé adotterà presto l’etichetta a ‘semaforo’ nutriscore
Fonte: Ansa
Entro il 2019 l’etichetta nutrizionale a ‘semaforo’ nutriscore comincerà ad apparire sui prodotti Nestlé nei Paesi europei. Lo ha annunciato in un comunicato la multinazionale svizzera. Si comincerà da Francia, Belgio e Svizzera, dove le autorità sanitarie nazionali già raccomandano il bollino che classifica gli alimenti con cinque colori e altrettante lettere da A a D secondo il loro contenuto di ingredienti ‘buoni’ (fibre, frutta) o ‘cattivi’ (grassi, zuccheri).
“Gli europei vogliono sempre di più sapere cosa c’è negli alimenti e nelle bevande che consumano – ha sottolineato il Ceo Nestlé Europa Marco Settembri – e noi vogliamo fornire loro queste informazioni rapidamente e facilmente”. Da anni l’etichetta nutrizionale a colori divide l’Europa. Nel 2014 il Regno Unito aveva adottato il ‘semaforo’, tra le proteste soprattutto italiane. I Paesi del nord Europa adottano il keyhole con il solo colore verde, la Francia nel 2017 ha raccomandato l’utilizzo del nutriscore.
Nello stesso anno un pool di sei grandi aziende dell’agroalimentare mondiale (Coca-Cola Company, Mars, Mondelez International, Nestlé, PepsiCo e Unilever) aveva presentato la loro ipotesi di variante del semaforo utilizzato nel Regno Unito, senza arrivare a un risultato soddisfacente. Dopo la Francia, anche le autorità del Belgio hanno raccomandato il Nutriscore. La Spagna potrebbe farlo presto.
Come contributo al dibattito, nel giugno 2018 l’Italia, contraria a etichette nutrizionali a colori, aveva presentato la sua proposta di un’icona a forma di batteria come quella degli smartphone per visualizzare la presenza di calorie, grassi, grassi saturi, zuccheri e sale negli alimenti, per porzione. La Commissione europea dovrebbe pubblicare entro la fine dell’anno un rapporto che fa il punto sulle etichette nutrizionali semplificate in Europa.
Coldiretti, il semaforo inganna i consumatori
“Con l’inganno delle etichette a semaforo si rischia di sostenere, con la semplificazione, modelli alimentari sbagliati che mettono in pericolo non solo la salute dei cittadini ma anche il sistema produttivo di qualità del Made in Italy”. E’ quanto afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini, nel commentare la decisione della multinazionale Nestle’ di utilizzare entro il 2019 l’etichetta nutrizionale a semaforo nutriscore sui prodotti Nestle’ nei Paesi europei. “Si tratta di una decisione intempestiva e sbagliata che cerca di condizionare il dibattito in corso nell’Unione Europea per individuare un approccio armonizzato dopo il traffic light inglese e il nutriscore francese, ma anche quello a livello internazionale dove l’Italia ha recentemente sventato il tentativo di promuovere bollini allarmistici che avrebbero colpito le tipicità Made in Italy in una risoluzione dell’Onu”. Il presidente aggiunge poi che è un sistema fuorviante, discriminatorio ed incompleto, che finisce per escludere paradossalmente dalla dieta alimenti sani e naturali, per favorire prodotti artificiali di cui in alcuni casi non è nota neanche la ricetta. “Si rischia di promuovere cibi spazzatura – conclude Prandini – con edulcoranti al posto dello zucchero e di bocciare elisir di lunga vita come l’olio extravergine di oliva considerato il simbolo della dieta mediterranea, ma anche specialità come il Grana Padano, il Parmigiano Reggiano ed il prosciutto di Parma le cui semplici ricette non possono essere certo modificate”.
Filiera Italia, sistema Nestle’ contro dieta sana
“E’ un sistema che va contro una dieta sana ed equilibrata composta da tutti gli alimenti nel giusto equilibrio, che penalizza prodotti di eccellenza come l’olio d’oliva, premiando invece prodotti artificiali e di sintesi”. E’ quanto afferma il presidente di Filiera Italia, Luigi Scordamaglia, commentando l’applicazione da parte della multinazionale dell’etichettatura ‘nutriscore’ che basandosi su lettere e colori dovrebbe orientare l’acquisto di prodotti sulla base della loro composizione calcolata su 100 grammi o 100 ml. “E’ un sistema – segnala Scoradamaglia – che fa il gioco di poche multinazionali che decidono di adottarlo per andare sempre più verso l’omologazione dell’alimentazione, ponendo a serio rischio la dieta mediterranea, modello che ha reso la popolazione italiana la più longeva al mondo insieme ai giapponesi”. Il presidente, infine, spiega che “le aziende italiane sono contro tale sistema che carpisce la buona fede del consumatore e fa solo il gioco delle multinazionali estere lontane dal nostro modello alimentare. Vedremo chi tra queste sceglierà di adottarlo anche nel nostro Paese”.