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Zoonosi, il paradigma One Health e la necessità di un cambio di passo

Salute animale e umana sono strettamente legate

Categoria: Dalla Segreteria Nazionale, Sanità animale



Il ministro della salute riconosce il ruolo strategico dei servizi veterinari dove operano quotidianamente i veterinari di sanità pubblica ma le regioni, in pochi anni, ne hanno ridotto gli organici del 10% quando avremmo bisogno di ben maggiori risorse.

Il termine “zoonosi” indica le malattie causate da agenti patogeni trasmessi dagli animali all’uomo ed è entrato nel linguaggio comune a partire dalla pandemia Covid-19, insieme al termine “spillover”, ossia il salto di specie che i virus possono compiere passando da una specie “serbatoio”, in cui abitualmente circolano, verso una nuova specie “ospite” in cui possono innescare epidemie.

Gli studi scientifici ed epidemiologici indicano che circa il 75% delle nuove malattie che hanno colpito l’uomo negli ultimi 10 anni è stato trasmesso da animali o da prodotti di origine animale. Nel contempo i veterinari di medicina pubblica denunciano una progressiva riduzione del personale dei servizi veterinari pubblici delle ASL e degli IZS cui consegue una minore capacità difensiva delle filiere agro-zootecnico-alimentari e dei cittadini e consumatori.

I drammatici cambiamenti climatici in atto, la globalizzazione di uomini e merci, la distruzione di habitat selvatici per fare spazio all’agricoltura o all’industrializzazione, alterano gli ecosistemi e favoriscono la migrazione di agenti virali e patologie nell’interfaccia uomo/animali.

La crescente diffusione del virus dell’influenza aviaria ad alta patogenicità AH5N1 che dai volatili ha iniziato a contagiare i mammiferi (delfini, orsi polari fra gli altri e recentemente bovini) ci mette in forte allerta.

La recente e persistente epidemia di Peste Suina Africana non colpisce la salute umana ma mette in grave difficoltà una filiera che vale miliardi di export; gli Usa hanno appena vietato l’importazione di nostri prodotti di salumeria.

Altre patologie infettive degli animali sono ai nostri confini e possono diventare una grave minaccia per il nostro Made in Italy.

Occorre che finalmente il paradigma One Health si trasformi da proclama elegante a pratica costante.

Il costante impoverimento dei servizi veterinari pubblici prelude a una minore tempestività nell’estinzione di focolai e nel contrasto alla diffusione di patologie che se restano nell’ambito zootecnico comportano perdite ingenti di produzione e di immagine del cibo Made in Italy, mentre se si estendono al contagio umano possono mettere a dura prova la tenuta del SSN e dell’economia nazionale come abbiamo già sperimentato col COVID 19.

La prevenzione è un costo irrisorio rispetto ai danni che ci risparmia in termini di salute collettiva e di perdite economiche.

Sarebbe opportuno che il Governo e le Regioni avessero una maggiore consapevolezza del valore della medicina veterinaria preventiva e la potenziassero adeguatamente.

Non ci sono alternative se si vuole garantire davvero la One Health.




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