Il documento sull’art. 22 del Patto per la salute, che ha riscosso un tiepido ok da parte delle sigle sindacali, è ancora carente per molti aspetti: l'ipotesi di accesso al Ssn senza specializzazione (fortemente osteggiato da una parte dei sindacati e dall'Università), così come il tema precariato per cui i sindacati hanno chiesto unitariamente misure ad hoc.
Si tratta, tuttavia, di un atto politico importante che ha l’assenso del Ministero della Salute e dei sindacati e sul quale il Miur e le Regioni comunicheranno le eventuali osservazioni la prossima settimana.
Per i medici veterinari l’ipotesi convenuta è una svolta perché finalmente prevede che la definizione del fabbisogno annuale e prefigura percorsi di formazione per gli specializzandi veterinari effettuabili non solo nelle sedi universitarie ma anche, con modalità eguali a quelle operanti per i medici chirurghi, nella strutture del Ssn (ASL e IZS) e, soprattutto, sulla base di borse di studio analoghe a quelle riconosciute ai medici chirurghi.
Il documento è la miglior sintesi oggi possibile, ma alcuni argomenti si potranno riprendere nel corso del confronto col Ministero della salute.
Ciò che più conta per i medici veterinari italiani è questa rilevante novità che, se non sarà affossata dal Ministero dell’Università dal Mef o dalle Regioni, darà ai medici veterinari una prospettiva nuova e un percorso pre-assunzione molto più garantito e probabilmente anche più rispondente alle necessità del Ssn.
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