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Veterinari e Mafie. Grasselli: non possiamo lasciar cadere nel vuoto l’allarme dei colleghi

Categoria: Dalla Segreteria Nazionale, Intimidazioni

veterinaria e mafie


Si è svolta nel pomeriggio del 12 dicembre a Colle d’Anchise  (CB), con l’organizzazione di Angelo Niro, Presidente dell’Ordine dei Medici Veterinari di Campobasso, la presentazione del libro ” Veterinaria e Mafie”, un  progetto condotto da Eva Rigonat che narra sette storie autobiografiche di veterinari che , come funzionari pubblici, hanno combattuto la corruzione, l’illegalità e le mafie, resistendo e e denunciando il fenomeno dell’infiltrazione criminale, della corruzione, del comportamento intimidatorio, nell’ambito dell’attività istituzionale.

Ognuna delle 7 storie narrate nel libro è accompagnata da una guida alla comprensione della professione del medico veterinario, che seppur fondamentale per il sistema agrozootecnico del Paese, resta quasi sconosciuta al grande pubblico.

Oltre all’autrice,  sono intervenuti Diana Russo, Sostituto Procuratore di Velletri e Aldo Grasselli, Segretario Nazionale SIVeMP

Sintesi dell’intervento del Segretario Nazionale

I medici veterinari sono sempre più spesso oggetto di intimidazioni e aggressioni perché per difendere la salute animale e la salute umana si scontrano con illegalità diffuse, elusioni ed evasioni, piccole arroganze e grandi mafie.

Accanto infatti alla criminalità classica che agiva e agisce in particolari territori che definiamo a legalità limitata, assistiamo al progressivo indebolimento del principio stesso di legalità su tutto il territorio nazionale, alla progressiva delegittimazione dei poteri dello Stato, di cui la politica coi suoi toni esacerbati è in buona parte responsabile, e a un generale aumento dell’aggressività come risposta a ciò che viene percepito come problema o come intrusione dello Stato nei propri “affari”.

Da 15 anni a questa parte infatti registriamo una casistica sempre più significativa che riguarda il mondo agrozootecnico alimentare, colpito anche da una lunga crisi economica, che se un tempo accettava l’impianto normativo, oggi invece ha un atteggiamento di repulsione rispetto alle regole, a cui reagisce talvolta anche in maniera violenta.

A pagarne le spese sono i veterinari pubblici, che svolgendo le attività di controllo negli allevamenti, negli stabilimenti di produzione alimentare, nei macelli, e nelle varie fasi delle filiere animali vengono percepiti come Organi sanzionatori.

I veterinari di sanità pubblica, occupandosi fondamentalmente di prevenzione, hanno piuttosto il compito di trasferire competenze, sono in qualche modo i consulenti pagati dallo Stato che svolgono un ruolo di mediatori culturali e facilitatori affinché gli Osa, gli allevatori, coloro che lavorano nel settore del farmaco o del commercio degli animali abbiano accesso, per il tramite del veterinario, a tutte le informazioni necessarie a svolgere le loro attività secondo le regole nazionali e comunitarie a tutela della salute e della corretta concorrenza commerciale.

Le sanzioni sono un elemento che arriva, qualora le norme non vengano rispettate, in un secondo momento, spesso in un terzo momento, dopo aver sollecitato con comprensione gli operatori a mettersi in regola; ma la comprensione non si può applicare a chi vuole frodare.

Potremmo dire che tanto più sono efficienti gli operatori e ascoltate le indicazioni dei veterinari ufficiali, tanto meno non conformità vengono contestate dagli stessi.

A ragion veduta possiamo affermare che i veterinari italiani sono riusciti ad ottenere grandi risultati sulla salute animale e una conformità normativa delle nostre produzioni agro zootecnico alimentari riconosciuta anche a livello internazionale.

Inoltre, proprio l’elevato numero di intimidazioni che vengono denunciate sta ad indicare anche che i veterinari non subiscono passivamente le pressioni e reagiscono denunciando. Dobbiamo quindi chiederci cosa fare per contrastare questi episodi e per far emergere anche quelli minori che vengono sottovalutati e non vengono resi noti all’autorità giudiziaria.

Teniamo presente che oggi le Regioni hanno sempre più autonomia, anche rispetto alla organizzazione e gestione del personale che lavora nelle Asl, per questo, anche attraverso una diffida indirizzata ai Direttori Generali delle Asl, li abbiamo inviati a fare un’analisi del contesto, dei rischi e delle condizioni di lavoro in cui i veterinari devono operare, per mettere in atto tutte le misure necessarie a proteggerli.

Alle Asl chiediamo infatti, come primo strumento per combattere il fenomeno, scelte organizzative per cui i colleghi non siano lasciati mai da soli ad affrontare le situazioni potenzialmente pericolose.

Non possiamo infatti lasciar cadere nel vuoto gli allarmi che arrivano dalla categoria di fronte ai quali non è sufficiente la solidarietà. Occorre prendersi carico delle criticità.

Occorre un impianto normativo efficace, per questo abbiamo presentato un emendamento, che ha già suscitato l’attenzione del Ministro della salute e dei parlamentari, affinché nel Disegno di legge già approvato al Senato e in discussione alla Camera, la tutela degli operatori sanitari sia estesa anche a coloro che operano al di fuori delle strutture sociosanitarie pubbliche o private, non solo ai veterinari quindi, ma a tutto il personale dei Servizi di 118 e Guardia medica, e al personale dei Dipartimenti di Prevenzione nell’espletamento delle funzioni di prevenzione e controllo nei cantieri, nelle imprese, negli stabilimenti di macellazione e trasformazione e negli allevamenti.

Clicca qui per scaricare il libro




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