Rassegna Stampa

01 giugno 2020

Un visone ha trasmesso il coronavirus all’uomo? Ecco cosa sappiamo

Fonte: nationalgeographic.it

Anche se il contagio tra il visone e l’uomo fosse il primo caso comprovato di trasmissione animale-uomo del coronavirus, il rischio per la popolazione sarebbe minimo secondo le autorità olandesi.

Le autorità olandesi hanno annunciato nelle scorse settimane che un visone ha trasmesso il coronavirus a un dipendente di un allevamento di animali da pelliccia nei Paesi Bassi. E poi è arrivato un secondo caso, confermato dal ministro dell’Agricoltura nazionale Carola Schouten. Questi contagi in Olanda rappresentano la prova concreta di contagio dell’uomo da parte di una determinata specie.

L’analisi condotta ha evidenziato forti analogie tra il virus nel dipendente e quello nei visoni, rendendo plausibile il salto di specie del virus. “Sulla base di questo confronto e della posizione di quella forma del virus nell’albero genealogico, i ricercatori hanno concluso che è probabile che un membro dello staff di questa fattoria infetta sia stato contagiato dai visoni”, ha affermato il governo olandese in un comunicato.

I visoni in almeno tre delle fattorie nella parte meridionale del Paese sono risultati positivi al coronavirus, secondo Lisa Gaster, portavoce del Ministero dell’agricoltura, della natura e della qualità degli alimenti. “Il messaggio da portare a casa adesso è che stiamo ancora imparando molto sul COVID-19 e sugli animali che può infettare”, afferma il virologo Brian Bird, veterinario e direttore associato del One Health Institute dell’Università della California a Davis.

Bird, che non è stato coinvolto nella risposta olandese, mette in guardia contro un ingiustificato allarme: “Il rischio qui è collegato al contatto diretto o alla vicinanza al visone d’allevamento, e sicuramente la popolazione in generale ha contatti molto limitati con quegli animali in quelle strutture”. Anche i cani domestici, i gatti, le tigri, e i leoni sono risultati positivi al virus, sebbene non ci sia nessuna prova che questi animali abbiano trasmesso la malattia all’uomo.