Rassegna Stampa

17 maggio 2023

Salute: vaccino per il virus chikungunya induce anticorpi,studio

Fonte: Agi

Un vaccino sperimentale per il virus chikungunya, un virus trasmesso dalle zanzare diffuso nel mondo in via di sviluppo, sembra essere in grado di fornire forti risposte di protezione nell’uomo, secondo i dati provenienti da uno studio clinico di fase 2.

Gli anticorpi isolati dai soggetti vaccinati hanno inoltre protetto i topi dal virus chikungunya e da virus correlati, fornendo un supporto per ulteriori studi clinici su questo vaccino. Il virus chikungunya è un membro della famiglia degli alfavirus, che vengono trasmessi dagli insetti e causano artrite e sintomi muscolo-scheletrici nell’uomo. Le epidemie di chikungunya rappresentano un grave problema in Asia, Africa e Americhe, causando artrite e dolore che possono durare anche anni. Altri alfavirus come l’encefalite equina orientale sono ancora più pericolosi perché possono diffondersi al cervello, ma attualmente non esiste un vaccino approvato per questi patogeni.

Tuttavia, i primi studi hanno evidenziato il potenziale dei vaccini basati su particelle simili al virus, che imitano la struttura proteica esterna dei virioni del chikungunya.

Saravanan Raju e colleghi hanno dimostrato che il vaccino PXVX0317, un vaccino sperimentale basato su particelle simili al virus per il chikungunya, può indurre promettenti risposte immunitarie nell’uomo. Hanno esaminato le risposte immunitarie in campioni di siero provenienti da uno studio clinico di fase 2 del vaccino che coinvolgeva 20 partecipanti, i quali hanno ricevuto una vaccinazione con adiuvante seguita da un richiamo a 28 giorni. Il vaccino ha generato alti livelli di anticorpi neutralizzanti e cellule B specifiche per il chikungunya, che sono durati fino a 6 mesi. Inoltre, gli autori hanno generato anticorpi monoclonali da tre soggetti vaccinati e hanno scoperto che alcuni di questi anticorpi proteggevano i topi dal virus chikungunya e dai virus correlati Mayaro e Ross River.

“Il nostro lavoro dimostra che il vaccino PXVX0317 può indurre cloni di cellule B che codificano anticorpi potenzialmente neutralizzanti, la cui attività inibitoria è paragonabile a quelli isolati da soggetti infetti naturalmente”, concludono Raju e i colleghi.