Rassegna Stampa
20 aprile 2022
L’altra faccia della guerra: impatti e ripercussioni sulla biodiversità
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I conflitti armati mettono a rischio, in modo diretto e indiretto, anche la biodiversità. Valutarne gli impatti è complesso, e di conseguenze lo è anche sviluppare e attuare strategie per la salvaguardia della biodiversità – strategie però necessarie, se si considera che tra il 1950 e il 2000, circa l’80% dei conflitti armati ha avuto luogo in Paesi contenenti aree hotspot di biodiversità.
In momenti come questi risulta difficile togliere l’attenzione ai civili ucraini e alle incredibili sofferenze che l’invasione russa ha causato e continua a causare. Allo stesso tempo, però, l’essere umano non è l’unica vittima di questa guerra devastante. Come riportato nella lettera aperta dell’Environmental Peacebuilding Association – firmata da quasi mille scienziati e non, provenienti da 156 organizzazioni differenti e università di fama internazionale come il Massachusetts Institute of Technology, la Johns Hopkins University o il King’s College di Londra – l’invasione russa e la guerra in corso portano con loro una lunga serie di rischi ambientali, che si estendono ben oltre il potenziale di un disastro nucleare. Tra questi rischi, i possibili impatti sulla biodiversità rappresentano una grave minaccia da non sottovalutare.
Essendo il secondo paese più vasto in Europa, ironicamente preceduto dalla Russia, l’Ucraina ospita svariati ecosistemi acquatici e terrestri. Con 6 808 aree protette e circa il 35% della biodiversità continentale, non possono mancare anche specie a rischio d’estinzione, che nel 2001 ammontavano a un totale di 923, secondo quanto riportato nella valutazione della biodiversità in Ucraina. Tutti questi diversi ecosistemi, così come le 70 000 specie di flora e fauna che li compongono, si ritrovano ora però particolarmente a rischio. Non sono pochi, infatti, gli effetti che un conflitto, anche di breve durata, può avere sulla biodiversità.
Primo fra tutti la distruzione diretta di habitat e vegetazione. Gli intensi bombardamenti che hanno segnato il paese nell’ultimo mese hanno infatti causato incendi di dimensioni talmente grandi da essere rilevabili dallo spazio e che, di conseguenza, hanno parzialmente, se non completamente, distrutto vegetazione e habitat unici per alcune delle 45 000 specie animali presenti. Tutto ciò, peraltro, proprio durante la stagione di nidificazione e accoppiamento.