Rassegna Stampa
17 marzo 2020
Come sta reagendo la filiera alimentare durante l’emergenza
Fonte: Agi
Per gli operatori del settore non avremo problemi di scorte ma la situazione “in continua evoluzione” va monitorata costantemente
L’assalto ai supermercati di alcuni giorni fa con gli scaffali svuotati nel giro di poche ore è una scena che rischia di ripetersi a breve? Gli addetti ai lavori giurano di no, ma parlano anche “di una situazione in evoluzione, che dipende molto dalle misure restrittive anticoronavirus che via via stanno adottando anche all’estero”, a cominciare da quei Paesi con i quali abbiamo intensi rapporti commerciali.
Ivano Vacondio, presidente di Federalimentare, si dice preoccupato: “Se questa situazione attuale emergenziale dovesse persistere, fra uno o due mesi potremmo correre il rischio di non importare quei prodotti che non produciamo abbastanza, come carne e latte e soprattutto cereali. Il nostro Paese importa quasi il 50% di grano (tenero o duro) che serve per fare il pane, la pasta, i biscotti, i dolci o i prodotti da forno”.
“Ad oggi, però, – garantisce Vacondio – è tutto sotto controllo, supermercati e negozi di prodotti alimentari sono ben forniti, al punto che mi sento di dire che il food è il settore che sta tenendo in piedi questo Paese, oltre ovviamente ai presidi sanitari che sono fondamentali. Abbiamo scorte più che sufficienti che riguardano il 75% delle materie prime nazionali. Al momento nessuna delle nostre fabbriche è ferma, la produzione va avanti, cibi e alimenti sono regolarmente nei negozi”.
Un messaggio rassicurante viene anche da Lorenzo Bazzana, responsabile economico di Coldiretti, che non teme “una riduzione improvvisa delle scorte alimentari”. L’Italia è un Paese “che tende all’autosufficienza e all’auto-approvvigionamento. E in un periodo come questo le imprese agricole stanno facendo la loro parte, le industrie lavorano senza sosta e i trasporti su gomma, al di là di oggettive difficoltà con alcuni Stati confinanti, continuano a funzionare”.