Rassegna Stampa
12 gennaio 2020
Cina ha perso $140 miliardi a causa della peste suina africana
Fonte: it.sputniknews.com
La più grande epidemia di peste suina africana della storia ha ucciso un quarto dei maiali del mondo e alcuni paesi hanno perso più della metà dei loro animali in un anno e stanno già affrontando una grave carenza di carne.
La peste suina africana (ASF) ha colpito fortemente la Cina, che è il più grande allevatore di suini al mondo. Nel 2018, c’erano oltre 435 milioni di questi animali nelle fattorie cinesi (per confronto, negli Stati Uniti – solo 73 milioni). Ora, secondo gli analisti di Rabobank ne sono rimasti solo 175 milioni.
Il virus si è diffuso ben oltre i confini della Cina. L’epidemia infuria in Corea del Nord, Vietnam, Laos, Cambogia, Myanmar e Filippine. Focolai di ASF sono stati registrati in Belgio, Bulgaria, Ungheria, Lettonia, Polonia, Romania e Ucraina.
L’epidemia ha colpito cinquanta paesi. Compresa la Russia, dove probabilmente l’ASF si è infiltrata dalla Cina insieme a dei cinghiali infetti. Negli ultimi mesi, nel paese sono stati identificati oltre sessanta casi di ASF nella regione dell’Amur. Solo a novembre, 275 animali sono morti nella regione e altri 2.473 sono stati abbattuti per localizzare l’epidemia. Tuttavia, in Estremo Oriente, ci sono solo circa il due percento della popolazione di suini della Russia.
L’ASF si è trasformato da un problema veterinario a uno economico. In primo luogo, gli allevatori subiscono enormi perdite. Pertanto, in Cina, le perdite dirette dall’epidemia sono stimate a circa 140 miliardi di dollari.
In secondo luogo, a causa del deficit, la carne aumenta di prezzo, accelerando l’inflazione generale. Nella stessa Cina, i prezzi delle carni suine solo a dicembre sono aumentati dell’8% (il 96% in termini di un anno) e l’inflazione ha raggiunto il massimo in otto anni, il 4,5% in termini annuali.
Dato che la carne di maiale rappresenta circa il 70% del consumo totale di carne in Cina, ciò crea grandi difficoltà. Secondo il South China Morning Post, nell’entroterra cinese stanno tornando a mangiare cani.
Le mafie e gli speculatori proliferano
Il forte incremento dei prezzi della carne di maiale ha attirato l’attenzione della mafia cinese, le triadi. I criminali diffondono voci su uno scoppio della peste africana in una certa area, persino gettando maiali morti sul lato della strada per costringere gli agricoltori a crederci. E poi comprano carne a prezzi più economici.