Rassegna Stampa

22 novembre 2020

I divieti sul traffico di animali selvatici hanno anche controindicazioni

Fonte: ilpost.it

Alcuni esperti sostengono che misure internazionali come quelle sui pangolini e l’avorio finiscano per rafforzarne il commercio illegale, e propongono delle alternative

Fin dal 1977 esiste un divieto internazionale sul commercio di rinoceronti neri e parti del loro corpo, ma nonostante questo tra il 1960 e il 1995 il loro numero diminuì del 98 per cento, raggiungendo i minimi storici a metà degli anni Novanta. Il bracconaggio infatti non è mai finito, anche perché già nei due anni successivi all’introduzione del divieto il prezzo dei corni di rinoceronte sul mercato illegale aumentò di dieci volte, rendendo il contrabbando, seppur più rischioso, molto remunerativo.

Il più recente divieto sul commercio internazionale delle anguille europee, introdotto nel 2010, non ha risolto il rischio di estinzione della specie, che viene trafficata illegalmente dalla Spagna, dal Portogallo e dalla Francia verso la Cina e il Giappone, dove è molto richiesta per il consumo alimentare: nel 2019 l’Interpol ha stimato che fino a 350 milioni di anguille siano esportate illegalmente in Asia ogni anno.