Rassegna Stampa

22 ottobre 2020

Clima ed eventi estremi: la probabilità del rischio è aumentata in Italia del 9% negli ultimi vent’anni

Fonte: Panorama Sanità News

Valutato un aumento della temperatura fino a 2°C nel periodo 2021-2050. Nello scenario peggiore l’aumento della temperatura può raggiungere i 5°C. Attesi incrementi di mortalità per cardiopatie ischemiche, ictus, nefropatie e disturbi metabolici da stress termico e un incremento delle malattie respiratorie dovuto al legame tra i fenomeni legati all’innalzamento delle temperature in ambiente urbano. L’analisi della Fondazione Centro Euro-mediterraneo sui cambiamenti climatici (Cmcc).

I cambiamenti climatici sono un acceleratore del rischio per molti ambiti dell’economia e della società: “possono costare fino all’8% del Pil pro capite, acuire le differenze tra Nord e Sud, tra fasce di popolazione più povere e più ricche, insistere su una serie di settori strategici per l’Italia”. Perciò ritardare l’azione di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici espone l’Italia a impatti sempre più negativi e rischi sempre più accentuati. A ricordarci l’emergenza è il recente il rapporto “Analisi del rischio. I cambiamenti climatici in Italia”, pubblicato a settembre dalla Fondazione Centro Euro-mediterraneo sui cambiamenti climatici (Cmcc), si tratta della prima analisi integrata del rischio climatico in Italia. Un documento che, a partire dal clima atteso per i prossimi anni, si concentra su singoli settori per fornire informazioni su cosa aspettarci dal futuro e fornire uno strumento a supporto di concrete strategie di sviluppo resiliente e sostenibile. “Il rischio connesso ai cambiamenti climatici – sottolinea il Cmcc – interessa l’intero territorio italiano e tutti i settori economici.