Rassegna Stampa

28 gennaio 2020

Blockchain oltre la tracciabilità: agrifood terzo settore per numero di applicazioni

Fonte: ilsole24ore.com

La «catena dei blocchi» potrà integrare tutte le transazioni garantendo efficienza, risparmi e trasparenza

In Francia c’è un’applicazione, in mano a dodici milioni utenti, che promuove o boccia un prodotto. Basta inquadrare il codice a barre e Yuka fornisce il suo giudizio sulla sua qualità: aspetti nutrizionali, presenza di additivi e biologicità. Lo fa solo sulla base delle informazioni contentue sull’etichetta, senza nessuna garanzia che le stesse siano efficaci e reali. Si educa insomma il consumatore a porsi un problema corretto – la qualità del prodotto che si accinge a comprare – inducendolo però ad accontentarsi di una risposta parziale e non garantita.

Sotto questo profilo la blockchain rappresenta uno strumento ideale per rendere tracciabili, sicuri e condivisibili i dati di qualsiasi bene, dalle singole materie prime al prodotto finale, garantendo la trasparenza di ogni singolo passaggio. È per questo che la tecnologia della “catena dei blocchi” sta facendo breccia nella filiera dell’agroalimentare: dal vino alla grande distribuzione, dalla catena del freddo alla mozzarella di bufala, dal caffè alla pasta, si moltiplicano anche in Italia i sistemi blockchain per garantire la tracciabilità e la provenienza sicura di ogni singolo prodotto.