Rassegna Stampa

19 giugno 2019

Quanto ci costerà scegliere fra carne vera e di laboratorio?

Fonte: ilsole24ore.com

La nuova emergenza carne arriva dal sud est asiatico, dove da qualche tempo è esplosa una nuova e terribile epidemia di peste suina africana. Anche l’Economist e Nature hanno dato visibilità a quella che potrebbe risultare una delle emergenze alimentari più gravi del prossimo futuro. Il virus, comparso la prima volta all’inizio del secolo scorso in Africa, è innocuo per l’uomo ma si diffonde facilmente, con una mortalità del 90% a motivo della sua incurabilità e dell’inesistenza di vaccini efficaci, tra la popolazione suina, su cui è basata una parte decisiva dell’alimentazione asiatica. Apparso nel Nord Est della Cina nell’estate del 2018, il virus si è diffuso rapidamente in tutto il sud est asiatico (Cambogia, Mongolia e Corea del Nord le nazioni più colpite); in Vietnam, dove i suini coprono il 75% dell’intero consumo alimentare di carne, ha già causato l’abbattimento del 4% dell’intera popolazione di maiali; il primo caso a Hong Kong è stato registrato a metà maggio e le autorità sanitarie della Corea del Sud, delle Filippine e dell’Australia sono già in stato di allerta. I costi, naturalmente, hanno iniziato ad aumentare e la mafia cinese è già entrata in scena, fiutando guadagni importanti.

Quella della prossima Aporkalipse, così l’Economist, è però solo uno dei motivi di preoccupazione che sempre più emergono relativamente all’aumento del consumo alimentare di carne.

Accanto infatti alla fragilità sanitaria degli allevamenti contemporanei, incrementata dalla riduzione della varietà delle specie che rende al contempo più efficace e più debole il sistema produttivo, vanno ascritti almeno altri tre elementi, particolarmente evidenziati dall’impennata della richiesta di carne (+50% nei prossimi trent’anni, stime FAO) che impone strategie di allevamento intensive, capaci di rispondere alle richieste alimentari dei 10 miliardi di persone che si stima abiteranno il pianeta nel 2050.